Molte persone tendono a credere comunemente che i fitocannabinoidi presenti nella pianta di cannabis si limitino principalmente al CBD e al THC. Tuttavia, la realtà è che sia la canapa che la cannabis sono estremamente ricche di una vasta gamma di composti benefici, come cannabinoidi, terpenoidi e flavonoidi, che vantano enormi potenzialità. Nel corso del tempo, grazie all’avanzare della ricerca scientifica, la conoscenza di queste sostanze si sta approfondendo sempre di più, rivelando i molteplici effetti della cannabis e dei suoi componenti.
Se hai mai sentito parlare del CBG (cannabigerolo), ma non sai di cosa si tratta o hai paura che possa avere effetti indesiderati, in questo articolo scoprirai la sua natura e le sue proprietà benefiche per l’organismo. Tuttavia, ti anticipiamo una piccola sorpresa: non ha effetti psicoattivi, è completamente legale e non fa affatto male, anzi!
Il CBG è uno dei cannabinoidi più importanti, insieme al THC, al CBD e al CBN. La sua scoperta risale agli anni ’60, ma solo di recente i ricercatori si sono concentrati sulla sua efficacia, affascinati dalle sue potenzialità.
La particolarità di questa sostanza consiste nel fatto che ha effetti molto simili al THC, ma non provoca lo stesso stato di ebbrezza. In altre parole, il CBG rilassa, favorisce il sonno, stimola l’appetito e aiuta a combattere l’ansia e la depressione. Tutto ciò senza l’effetto psicotropo per cui il THC è famoso.
Ma cosa dice la normativa riguardo al CBG?
Il cannabigerolo è una sostanza perfettamente legale, proprio come il CBD, in quanto non ha alcun effetto psicotropo.
In questo articolo esamineremo attentamente le ricerche scientifiche sugli effetti del CBG e capiremo in quali situazioni potrebbe essere utile utilizzarlo.
Cos’è il CBG?
Il CBG, abbreviazione di Cannabigerolo, è un tipo di cannabinoide che può essere trovato all’interno delle piante di cannabis. Anche se è presente in quantità molto più basse rispetto ad altri componenti della pianta, come il CBD e il THC, il CBG sta guadagnando attenzione nella ricerca scientifica a causa delle sue numerose proprietà benefiche.
Di solito, la quantità di CBG nei tipi di piante di cannabis più comuni, che sono prevalentemente composte THC e CBD, rappresenta al massimo l’1%, mentre il CBD e il THC possono raggiungere una percentuale dall’8 al 25%. Tuttavia, nel tipo di pianta di cannabis con un CBG prevalente, si possono trovare concentrazioni fino al 10%.
Sebbene sia piuttosto raro, il CBG è sintetizzato in altri cannabinoidi durante la crescita delle piante di cannabis. Quindi con la crescita la sostanza non si esaurisce, ma piuttosto si trasforma in altri composti. Molti cannabinoidi di origine vegetale si formano a partire dall’acido cannabigerolico (CBGA), che è la forma acida del CBG, inclusi il CBD e il THC.
Per ottenere una maggiore concentrazione di CBG, è quindi necessario coltivare piante con un CBG predominante. Tuttavia, poiché queste varietà hanno una bassa produttività, i prodotti a base di CBG sono spesso difficili da trovare e hanno prezzi più elevati.
Uno dei prodotti a base di CBG più noti è l’olio di CBG, che di solito è piuttosto costoso. Per poter beneficiare delle proprietà benefiche di questa molecola, un modo più semplice potrebbe essere quello di acquistare oli di CBD a spettro completo. Questi oli, infatti, contengono quasi tutti i fitocannabinoidi, incluso il CBG, ad eccezione del THC, che è l’elemento psicoattivo della cannabis. Un esempio potrebbe essere l’olio CBD della Biomondus, un olio a spettro completo contenente lo 0,2% di THC e l’intera gamma dei cannabinoidi.
A causa dell’interesse crescente per il CBG, i coltivatori stanno cercando di creare nuove varietà di cannabis legale che abbiano una maggiore concentrazione di CBG.
I Benefici del CBG
Le potenzialità del CBG sono notevoli e simili a quelle del THC, ma senza gli effetti psicotropi, cosa molto importante da sottolineare. Attualmente la ricerca si sta concentrando sulle possibilità terapeutiche di questa sostanza. Già disponiamo di numerosi contributi scientifici che dimostrano gli effetti positivi del CBG in malattie come:
- Malattia infiammatoria intestinale
- Malattia di Huntington
- Glaucoma
- Psoriasi
Inoltre, esistono studi e testimonianze che evidenziano i suoi effetti contro l’ansia, lo stress e la depressione, nel cancro, per combattere la nausea e come agente neuroprotettivo. Esploriamo quindi in dettaglio quali sono le malattie trattabili con i cannabinoidi, e soprattutto con il CBG.
Malattia infiammatoria intestinale
Quando si parla di malattia infiammatoria intestinale, ci si riferisce a malattie croniche dell’intestino, come il Morbo di Crohn e la colite ulcerosa. In Italia, circa 250 mila persone ne soffrono e attualmente non esiste una cura definitiva, poiché si tratta di patologie a lungo termine. Uno studio italiano del 2013 condotto su cavie affette da colite indotta ha dimostrato che i cannabinoidi possono essere utili nel trattamento di queste malattie. Infatti, si è osservato che i cannabinoidi hanno ridotto l’infiammazione e la presenza di batteri nell’intestino.
Glaucoma
Uno studio condotto sul CBG e sulla pressione oculare ha evidenziato che il CBG ha avuto un effetto riduttore sulla pressione oculare nei gatti con glaucoma. Inoltre, l’uso di cannabinoidi ha favorito il drenaggio dell’acqua senza alterare l’umore acqueo. Di conseguenza, il CBG potrebbe rappresentare un trattamento molto vantaggioso per i pazienti affetti da glaucoma.
Psoriasi
Grazie alle loro proprietà antinfiammatorie, i cannabinoidi si sono dimostrati molto efficaci nel trattamento di problemi dermatologici. Un’indagine condotta nel 2007 ha evidenziato che i cannabinoidi hanno la capacità di bloccare la produzione di cheratociti. Questa capacità risulta benefica nell’affrontare malattie come la psoriasi. Applicare prodotti contenenti CBD e CBG direttamente sulla pelle risulta particolarmente vantaggioso per le patologie epidermiche.
Malattia di Huntington
Un’importante scoperta emersa da uno studio condotto nel 2015 su topi ha dimostrato che il Cannabigerolo (CBG) rappresenta una soluzione promettente nel contrastare l’aggravarsi dei sintomi e nel preservare il cervello nella corea di Huntington. Questa è una malattia genetica che si manifesta generalmente tra i trenta e i cinquant’anni e che compromette la coordinazione muscolare e le facoltà mentali. Questo disturbo, che inevitabilmente porta a enormi disagi nella vita quotidiana, richiede un approccio proattivo per migliorare le condizioni di vita dei pazienti affetti. Sebbene ancora in fase di studio, il CBG ha dimostrato di proteggere i neuroni e di influenzare in modo significativo la capacità di movimento. Questa importante scoperta potrebbe aprire la strada a nuove terapie e cure per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti colpiti da questa malattia debilitante.
Antibatterico, antifungino, antimicrobico
Nel 1992, sul Journal of Pharmaceutical Sciences, sono state descritte le proprietà benefiche comuni a tutti i cannabinoidi, tra cui l’antifungina e l’antimicrobica. In particolare, il cannabigerolo ha dimostrato la sua capacità di contrastare efficacemente la proliferazione dei batteri, incluso quelli resistenti agli antibiotici dello stafilococco. Questa scoperta riveste un’importanza significativa nell’affrontare il problema crescente delle infezioni batteriche sempre più resistenti ai farmaci convenzionali. Grazie alle sue proprietà antimicrobiche, il cannabigerolo potrebbe essere utilizzato come alternativa terapeutica per trattare efficacemente una vasta gamma di infezioni fungine e batteriche. Può infatti fornire una soluzione promettente per i pazienti che lottano contro tali infezioni complesse. Tali risultati aprono nuove prospettive nella ricerca sulla cannabis e i suoi cannabinoidi come agenti potenziali nel campo delle terapie antimicrobiche, offrendo una visione futuristica di un trattamento alternativo e innovativo per combattere efficacemente le infezioni resistenti ai farmaci.
Depressione e ansia
In uno studio condotto nel 2010, è stato rilevato che la cannabis sativa ha un effetto positivo sull’umore, agendo sia attraverso il THC che attraverso altre sostanze chimiche presenti nella pianta. I risultati hanno dimostrato che sia il THC che i fitocannabinoidi hanno proprietà antidepressive sugli animali.
Per quanto riguarda l’ansia e lo stress, i ricercatori dell’Università di Aberdeen hanno scoperto che il CBG agisce sul GABA (acido gamma-amminobutirrico), riducendo l’ansia e la tensione muscolare.
Cellule tumorali
Nel 2006, una ricerca italiana ha dimostrato che il CBG e altri fitocannabinoidi possono essere efficaci nel trattamento dei tumori multipli. Gli scienziati hanno specificamente analizzato l’impatto del cannabidiolo e di altri cannabinoidi sul carcinoma mammario umano, conducendo uno studio sugli effetti di queste sostanze sui topi affetti da tale forma di cancro. Questo esperimento ha valutato tali composti come possibili terapie per combattere il cancro.
La Storia del CBG
Il cannabigerolo (CBG), scoperto negli anni Sessanta da Yechiel Gaoni e Raphael Mechoulam, è un fitocannabinoide presente nella canapa con grandi potenzialità farmaceutiche. Le sue tre molecole possono essere utilizzate singolarmente per la creazione di medicinali. Nonostante l’umanità sia stata un’inconsapevole beneficiaria da queste sostanze per millenni, la chimica dei fitocannabinoidi è stata scoperta solo recentemente.
Il CBG si trova nelle piante giovani e nelle infiorescenze di canapa e si presenta in forma acida come acido cannabigerolico (CBGA). Solo attraverso l’intervento degli enzimi l’acido CBGA si trasforma in THC, CBD e CBA. Infatti, come già accennato, durante la crescita della pianta, l’acido di cannabigerolo subisce delle trasformazioni chimiche e si converte negli acidi di altri cannabinoidi come il THCA e CBDA. Questo avviene grazie allo sviluppo della pianta e all’esposizione alla luce, che nel corso del tempo portano alla produzione di THC e CBD.
A livello chimico, il CBG presenta un anello fenolico e due catene lipofile, che gli conferiscono proprietà terapeutiche interessanti. Grazie alla sua liposolubilità, interagisce meglio con l’organismo senza disperdersi nei tessuti.
Il cannabigerolo (CBG) può essere estratto dalle piante di canapa durante la loro fase di maturazione, da qui il suo soprannome di “cannabinoide della fase iniziale” o “cannabinoide madre” essendo uno dei primi cannabinoidi che si sviluppa ed essendo presente in grandi quantità soltanto nelle fasi iniziali della crescita.
A differenza del THC, il CBG non ha effetti psicotropi e le quantità massime di CBG che possono essere presenti nelle piante di cannabis non è regolamentata dalla legge sulla cannabis. Cioè la legge non prevede un limite massimo di CBG che una pianta può avere senza incorrere in sanzioni (come fa invece con altri cannabinoidi come il THC o il CBD). Molte aziende agricole hanno quindi iniziato a selezionare piante ricche di cannabigerolo o a estrarre il composto nella fase iniziale della crescita della pianta.
Cosa distingue il CBD dal CBG?
Sebbene il CBD e il CBG condividano molti effetti simili, operano in modi diversi nel corpo e hanno una struttura molecolare distintiva. Entrambi non causano effetti psicoattivi e non sono tossici per il consumatore. Anche in dosi elevate, i potenziali effetti collaterali del CBD e del CBG sono minimi, e anzi, la loro azione riesce a ridurre gli effetti psicotropi del THC.
Nelle piante di cannabis naturali, il contenuto di CBG si aggira intorno al 5%, mentre quello di CBD può arrivare a un quinto del totale (fino al 20%).
Inoltre, le due sostanze si legano a recettori diversi e a ben vedere il CBG ha funzioni molto più simili a quelle del THC piuttosto che a quelle del CBD. Questo significa che il CBG allevia il dolore, migliora l’appetito, agisce sul glaucoma, tratta efficacemente il mal di testa e stimola la memoria.
Questo è dovuto al fatto che sembra non si leghi direttamente ai recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, ma rafforza l’azione dell’anandamide.
Se hai già familiarità con il CBD, saprai che questa sostanza ha azioni diverse rispetto a quelle elencate adesso, come il trattamento più efficace per l’ansia e la depressione e la stimolazione del sistema immunitario. Puoi controllare le altre pagine del nostro blog appositamente dedicate al CBD e al THC per vedere come gli effetti del CBG divergono da quelli del primo e invece coincidono con quelli del secondo.
I ricercatori concordano sul fatto che l’utilizzo combinato dei diversi composti della cannabis sia un’opportunità eccezionale per affrontare una vasta gamma di problemi. Ogni componente della pianta, da cannabinoidi a terpeni, agisce in modo diverso sul nostro corpo e alcune combinazioni risultano particolarmente efficaci. Una di queste è la combinazione tra CBD e CBG, che riescono a integrarsi perfettamente e potenziare le rispettive proprietà terapeutiche.
Ad esempio, se consideriamo le proprietà terapeutiche del CBD per il trattamento del dolore, possiamo vedere che questa molecola è efficace nell’alleviare il dolore cronico, ma meno efficace per il dolore acuto. Al contrario, il CBG ha un effetto analgesico sul dolore acuto grazie alla sua azione sull’anandamide, che migliora la risposta del nostro sistema endocannabinoide.
Ci sono innumerevoli ricerche che supportano l’idea secondo cui la combinazione di tutti i cannabinoidi sia il trattamento migliore in moltissimi casi, grazie all’ “effetto entourage”, che è stato studiato da oltre vent’anni. Questo termine si riferisce all’azione sinergica dei vari composti della cannabis che, quando combinati, producono risultati migliori e riducono gli effetti negativi del THC, come ansia e reazioni psicotiche. Grazie all’effetto entourage, la cannabis ha un’azione più ampia e profonda, riducendo le reazioni indesiderate.
Cosa dicono le ricerche?
Nonostante il cannabigerolo sia ancora poco conosciuto, la ricerca scientifica sta dando un contributo fondamentale nella scoperta delle sue proprietà terapeutiche. Come già detto, uno studio del 1990 ha evidenziato l’efficacia del cannabigerolo nel trattamento del glaucoma, grazie alla sua capacità di ridurre la pressione intraoculare, ma senza causare effetti psicotropi come avviene con il THC. Ricerche più recenti hanno confermato l’utilità del CBG nel trattamento delle malattie infiammatorie intestinali, come la colite ulcerosa.
Nel 2015, è stata condotta una promettente ricerca sulle proprietà neuroprotettive del cannabigerolo nella malattia di Huntington, sottolineando il potenziale del CBG nel trattamento delle malattie neurodegenerative. Inoltre, è emerso che il cannabigerolo, insieme ad altri cannabinoidi non psicoattivi, ha un’attività antitumorale efficace contro i tumori multipli: riduce la vitalità delle cellule cancerogene, inibisce lo sviluppo delle metastasi e impedisce la crescita tumorale, come dimostrato da uno studio del 2015.
Ultimi ma non meno importanti, nel 2015 sono stati pubblicati dei rapporti che evidenziano l’efficacia del CBG sulla contrattilità della vescica. Un gruppo di ricercatori italiani ha dimostrato che il cannabigerolo ha effetti sulla contrattilità della vescica nei topi grazie a una collaborazione tra il dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II, i medici del reparto di Diagnostica dell’Ospedale dei Pellegrini di Napoli e i ricercatori del CNR di Pozzuoli.
Infine, una ricerca del 2016 ha esplorato l’uso del CBG nel trattamento dei disturbi dell’appetito, dimostrando che il cannabigerolo può aumentare l’appetito e causare iperfagia. Tutto ciò dimostra che il cannabigerolo ha un grande potenziale terapeutico, spingendo la ricerca scientifica a investigare sempre di più sulle sue proprietà e possibilità di applicazione nel campo medico.
Fonti:
- https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0006295213000543?via%3Dihub
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17157480/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25252936/
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2866040/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16728591/
- https://www.acpjournals.org/doi/abs/10.7326/0003-4819-76-3-112-6-471_1
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4470774/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27503475/



